Cos’è il Karate:

Il Karatedo (Do = via, strada, Te = mano e Kara = vuota) è una tecnica di combattimento a mani nude, mediante la quale si cerca di ottenere la massima efficacia possibile, che però non può essere raggiunta solo con un esercizio fisico. In combattimento come durante l’allenamento, ciò che conta è la qualità del dominio di se stessi e dell’avversario, per questo si dice, a ragione, che sia un’ottima educazione per il fisico e per la mente.

L’essenza è “non vincere dopo aver colpito, ma colpire dopo aver vinto”. 

Il Karate moderno, come oggi lo si pratica in tutto il mondo, si può dire che nasca intorno al 1922 quando il M° Gichin Funakoshi  iniziò a diffonderlo in Giappone dall’isola di Okinawa. A lui si unirono presto altri due maestri Kenwa Mabuni e Chojun Miyagi anch’essi originari dell’isola di Okinawa. Ognuno dei tre maestri sviluppò un proprio stile che poi ha avuto diversa diffusione in Giappone e nel mondo: Funakoshi Sensei lo Shotokan, Mabuni Sensei lo Shito (quello che si pratica nel nostro Dojo)  e Miyagi Sensei il Goju.

La disciplina in effetti non è altro che l’evoluzione del Kempo cinese a sua volta derivazione di una lotta con mani e piedi  nata in India. Molto probabilmente la lotta a mani nude giunge in Giappone verso il 1600 e si radica nelle isole Ryūkyū, in particolare a Okinawa, dove si sviluppano tre diversi stili: Shuri-Te, Naha-Te e Tomari-Te. L’abitudine di lottare senza armi si espande in particolare in oriente dove socialmente si contrappone la casta dei guerrieri da un lato ed il popolo, spesso oppresso, dall’altro che, come sola difesa aveva le sue sole forze e gli strumenti del lavoro contadino. Con l’era moderna, la necessità di offesa – difesa, va scomparendo ed allora l’insieme delle tecniche di combattimento diventa un’attività fisica.

Il Karate in Giappone ebbe un immediato successo, anche se dovette “farsi strada” tra le altre arti marziali in particolare il Judo e l’Aikido.

Nel 1957 si svolge il primo campionato giapponese di Karate.

In occidente si espande prima negli USA nell’immediato dopo guerra e in Europa arriva solo nel 1958. Le prime esperienze in Italia risalgono al 1963.

Per chi lo pratica, il Karate non è solo una tecnica di combattimento o uno sport, ma un “prolungamento” del budo (la tradizionale arte marziale giapponese).

L’addestramento ed il perfezionamento per il karateka rivestono un’importanza primaria anche se egli non avrà mai occasione di sperimentarli in un combattimento reale.

Il sapere tecnico del Karate è codificato nei Kata, una sorta di combattimenti figurati contro un numero variabile di avversari immaginari.